Adesso andiamo in Brasile e cercheremo di tenere anche laggiù ben alto il nome del calcio italiano. In particolare fu su Mazzola che le obiezioni in merito alla sua posizione si protrassero per oltre due mesi, nonostante la squadra avesse iniziato una serie di vittorie con scarti pronunciati, grazie anche al suo contributo, e le sue prove fossero più che soddisfacenti. A distanza di due mesi, il 20 aprile, nella partita Torino-L.R. Quest’ultimo, i cui ricavi vennero destinati sempre in beneficenza, in mancanza di competizioni ufficiali, suscitò interesse ed ebbe anche riscontro tecnico; tuttavia non fu concluso, dopo che nel secondo tempo del derby di ritorno tra FIAT e Cisitalia, il 22 aprile, allo Stadio Mussolini – partita molto sentita, in cui era in palio anche la Coppa Pio Marchi, contornata dagli scontri tra tifosi sugli spalti – la gara assunse connotati molto fallosi, concludendosi in una rissa. Nel mese finale della competizione, in aprile, realizzò tre reti nelle ultime quattro gare; fu giustappunto nella 30ª e ultima giornata, dopo un combattuto ed equilibrato testa a testa tra Torino e Livorno durato per tutto il torneo, in cui si avvicendarono spesso in vetta alla classifica, che Mazzola ne timbrò uno molto importante, poiché il Torino riuscì a espugnare Bari per 1-0, maglie calcio shop grazie a un suo gol decisivo – a quattro minuti dalla fine del campionato – che consegnò lo scudetto ai granata.
L’ultimo gol di Mazzola contro l’Ambrosiana-Inter, realizzato allo scadere, fissò il risultato sul 3-3 ed evitò al Torino FIAT l’eventuale spareggio contro la Juventus Cisitalia, che a quattro minuti dal termine dell’incontro con il Varese (6-1) aveva gli stessi punti in classifica e lo stesso quoziente reti dei granata. La cifra pagata dal presidente granata Ferruccio Novo fu la più alta mai sborsata prima nel calcio italiano e permise al Venezia di risanare tutti i suoi debiti. Il Torino batté la concorrenza della Juventus il cui presidente, Piero Dusio, tramite il consulente Virginio Rosetta, era arrivato ad offrire 800.000 lire per Mazzola e Loik, non conoscendo le possibilità finanziarie di Ferruccio Novo e il peso della figura chiave Vittorio Pozzo. Mazzola, a differenza di molti altri suoi colleghi calciatori, che erano tornati a giocare con le loro squadre di provenienza oppure vicino a casa, era rimasto a Torino e, insieme ad altri suoi compagni, cominciò ad allenarsi, partecipando ad alcune partite con formazioni occasionali già dal mese precedente. Il trattamento non benevolo al quale era sottoposto dai difensori avversari non lo agevolava, specie quando finiva le partite malconcio. «Mazzola, dopo diversi anni in primo piano, è apparso in questa stagione il numero uno, l’instancabile motore della squadra, nelle partite facili come in quelle difficili.
La stagione successiva venne adottata una divisa molto simile a quella blu della stagione precedente, anch’essa è interamente blu, però le righe granata affiancate da quelle bianche, sono tre e al centro c’è una specie di ovale a racchiudere lo sponsor ufficiale. Le partite, molto seguite dagli appassionati, si giocarono quasi tutte allo Stadio Nazionale a Roma. Domenica 5 ottobre 1947, allo Stadio Nazionale, Roma e Torino chiusero il primo tempo sul punteggio di 1-0 per i giallorossi; di ritorno dagli spogliatoi, i granata realizzarono sette reti in 25 minuti, tre delle quali segnate da un Mazzola che giocò claudicante quasi tutta la partita per i postumi di un infortunio accusato nella precedente partita, senza risparmiarsi e dando dimostrazione di classe e potenza: segnò al 15′ della ripresa la rete del pareggio con un appariscente colpo di testa per stile e intuizione, poi la seconda con un diagonale potente e la terza con un gesto apprezzato dagli spettatori. Pozzo, giornalista de La Stampa e commissario tecnico della Nazionale, con un passato granata sia da calciatore che da allenatore, suggerì a entrambi – che aveva conosciuto alle prime convocazioni – di andare al Torino, rassicurandoli che tale scelta avrebbe giovato loro per il futuro in azzurro.
Tuttavia, per rimanere competitiva nel calcio moderno, la società ha anche dovuto innovare. Si può optare per uno stile classico, moderno, o addirittura personalizzato attraverso il nostro servizio Frame Craft FC Premium. Il Toro arrivò sino alla finale, disputata in gara unica il 30 maggio all’Arena Civica di Milano, ed ebbe la meglio sul Venezia per 4-0 con una rete di Mazzola. Triestina, i quali, memori delle parole dure che Mazzola aveva espresso in un’intervista a riguardo del gioco triestino della gara di andata, gli promettevano l’accoglienza poco amichevole – si disse che in questo modo l’avevano indotto a evitare la trasferta. L’esclusiva costruzione in microfibra ad alte prestazioni Nike Dri-FIT allontana il sudore in modo che possa evaporare più velocemente, lasciando la pelle fresca e asciutta più a lungo. I suoi problemi fisici lo accompagnarono nei mesi di novembre e dicembre, eppure Mazzola continuò a giocare, offrendo ripetute prestazioni discontinue e incolori; dava l’impressione di vagare in campo, spaesato. Nella seconda parte del campionato, contraddistinto da copiose vittorie di misura, Mazzola fornì diverse prestazioni di rilievo, alle volte eccezionali, impreziosite da alcuni gol. Nell’estate del 1993, a causa di un ritardo di 24 ore nel fornire la fideiussione necessaria all’iscrizione al campionato, il Calcio Catania fu radiato dall’allora presidente di Lega Antonio Matarrese.